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La redazione del piano di risanamento

La predisposizione del documento che persegue l’obiettivo del superamento di una situazione di difficoltà economico-finanziaria comporta l’adozione di uno specifico processo, che presuppone la presenza di minimi requisiti organizzativi (monitoraggio costante, indici, piano di tesoreria, ecc.).

La redazione del piano di risanamento richiede, inoltre, la disponibilità di una situazione economico-patrimoniale di partenza aggiornata per competenza (bilancio infrannuale recente nel rispetto del principio contabile nazionale OIC 30, situazione debitoria completa ed affidabile, monitoraggio della composizione del magazzino e delle scadenze dei crediti, andamento di ricavi, ordini, costi, flussi e posizione finanziaria netta).

Deve altresì partire dalla situazione in cui si trova l’impresa e dalle sua cause, individuate in modo realistico: le strategie di intervento devono attagliarsi ad essa, e consentire di rimuovere le difficoltà in essere.

La parte quantitativa del piano consegue alle strategie che si intendono adottare, e segue un ordine logico strutturato attraverso valutazioni controllabili (necessità del programma di intervento, c.d. action plan). Essa è volta a determinare i flussi finanziari che nelle imprese di minori dimensioni possono essere stimati attraverso un processo semplificato, basato solo su grandezze economiche previsionali.

Il debito esistente da rimborsare viene, poi, confrontato con i flussi finanziari derivanti dalla gestione aziendale che possono essere posti a servizio dello stesso, anche al fine di individuare la tipologia delle proposte da formulare ai creditori e alle altre parti interessate.

Le principali variabili ed assunzioni del piano devono essere sottoposte ad adeguate analisi di sensitività (c.d. stress test), tese a verificare la solidità dei risultati economici, patrimoniali e finanziari attesi.